La mostra è dedicata alla figura di Filippo Tommaso Marinetti, geniale e generoso intellettuale e organizzatore culturale, noto, imitato e stimato nell’area delle avanguardie di tutto il mondo.
Sono esposti materiali eccezionali per qualità, quantità e originalità. Tra questi: lettere in varie lingue, manoscritti autografi, cartoline che, da sole, costituiscono autentiche opere d’arte, bozze con correzioni e note autografe, riviste, libri in pregevoli edizioni italiane, francesi, russe, tedesche, inglesi, ceche, giapponesi e di vari paesi di lingua spagnola, fotografie, manifesti e dipinti opera di alcuni grandi artisti che ritraggono Marinetti e/o che testimoniano, per citazione, dipinti. Sono presenti pregevolissimi dipinti e opere di alcuni tra i maggiori esponenti del cosiddetto primo Futurismo, o degli “anni eroici”, antecedenti cioè lo scoppio della prima guerra mondiale, come Boccioni, Severini, Russolo, Balla, Soffici e Depero.
La mostra, ideata e realizzata a Gorizia, al confine orientale d’Italia, intende documentare, un aspetto fondamentale del movimento futurista, la grande battaglia interventista sostenuta dai futuristi.
L’esposizione documenta e ricorda i rapporti di Marinetti con il mondo culturale giuliano, interrotti dalla Guerra Mondiale e che tuttavia ripresero con vigore, ancor prima a Gorizia che a Trieste, nel 1919, allorché l’intellettuale Sofronio Pocarini, dichiarò la propria adesione al Futurismo e al Partito Futurista e pubblicò su “La Voce dell’Isonzo” il “Manifesto di fondazione del Movimento Futurista per la Venezia Giulia”. In particolare, la mostra potrà giovarsi, per la prima volta, della totale disponibilità dell’eccezionale archivio di Bruno G. Sanzin, che fu il principale referente di Marinetti a Trieste.
Trieste e Gorizia furono importanti punti di riferimento dell’eccezionale fenomeno che ebbe, unico tra i grandi movimenti culturali italiani, autentica influenza e dimensione internazionale. Un particolare approfondimento la rassegna dedicherà al tema Il Futurismo a Berlino, luogo di incontro delle avanguardie europee, con le ricche testimonianze di rapporti tra gli ambienti d’avanguardia della metropoli tedesca, i futuristi italiani e gli avanguardisti sloveni.
Sono esposti materiali eccezionali per qualità, quantità e originalità. Tra questi: lettere in varie lingue, manoscritti autografi, cartoline che, da sole, costituiscono autentiche opere d’arte, bozze con correzioni e note autografe, riviste, libri in pregevoli edizioni italiane, francesi, russe, tedesche, inglesi, ceche, giapponesi e di vari paesi di lingua spagnola, fotografie, manifesti e dipinti opera di alcuni grandi artisti che ritraggono Marinetti e/o che testimoniano, per citazione, dipinti. Sono presenti pregevolissimi dipinti e opere di alcuni tra i maggiori esponenti del cosiddetto primo Futurismo, o degli “anni eroici”, antecedenti cioè lo scoppio della prima guerra mondiale, come Boccioni, Severini, Russolo, Balla, Soffici e Depero.
La mostra, ideata e realizzata a Gorizia, al confine orientale d’Italia, intende documentare, un aspetto fondamentale del movimento futurista, la grande battaglia interventista sostenuta dai futuristi.
L’esposizione documenta e ricorda i rapporti di Marinetti con il mondo culturale giuliano, interrotti dalla Guerra Mondiale e che tuttavia ripresero con vigore, ancor prima a Gorizia che a Trieste, nel 1919, allorché l’intellettuale Sofronio Pocarini, dichiarò la propria adesione al Futurismo e al Partito Futurista e pubblicò su “La Voce dell’Isonzo” il “Manifesto di fondazione del Movimento Futurista per la Venezia Giulia”. In particolare, la mostra potrà giovarsi, per la prima volta, della totale disponibilità dell’eccezionale archivio di Bruno G. Sanzin, che fu il principale referente di Marinetti a Trieste.
Trieste e Gorizia furono importanti punti di riferimento dell’eccezionale fenomeno che ebbe, unico tra i grandi movimenti culturali italiani, autentica influenza e dimensione internazionale. Un particolare approfondimento la rassegna dedicherà al tema Il Futurismo a Berlino, luogo di incontro delle avanguardie europee, con le ricche testimonianze di rapporti tra gli ambienti d’avanguardia della metropoli tedesca, i futuristi italiani e gli avanguardisti sloveni.
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