Informazioni
Titolo | Cassa di Risparmio e Monte di Pietà di Genova. Bimba balilla. |
Acquisizione | LEG |
Autore | |
Categoria | campione per cartello pubblicitario |
Collocazione | Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia |
Cornice | |
Dimensioni | 49x31 cm |
Epoca | 1939 |
Iscrizioni | |
Materiale tecnica | Bozzetto - Matita e tempera su carta |
N inventario | FC053 |
N inventario fotografico | F:\JPG 053 |
Nomefile | Scheda 053.xls |
Proprieta | Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia |
Provenienza | Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa,Udine |
Restauri | 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 18 ottobre 2007 |
Stampa | Litografia G. Chiesa - Udine |
Stato conservazione | Buono |
Valore assicurativo | 000,00/000,00 Euro |
Bibliografia | P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002.
M. Gallo, I manifesti nella storia del costume, Mondadori, Milano, 1972. L. Goldoni, E. Sermasi, Fiero l'occhio svelto il passo, Mondadori editore, Milano, 1979. |
Note | Campione di cartello, forse un calendario, eseguito per la Cassa di Risparmio e Monte di Pietà di Genova, che - affidando l'educativo messaggio del risparmio a una rassicurante iconografia infantile - raffigura una bimba balilla o, più correttamente, una Piccola Italiana, intenta ad aprire un salvadanaio che tiene tra le mani. Alle sue spalle giovani coetanei che giocano nel parco. "Gli altri bimbi giocano mentre lei pensa al suo avvenire": potrebbe essere questo il pensiero che l'immagine intende suscitare nell'ipotetico osservatore. Il Monte di Pietà di Genova (fondato nel 1483), dopo l’annessione della Liguria al Regno sardo nel 1846, vede firmare da Carlo Alberto il Regio brevetto che autorizzava il Monte di Pietà ad istituire una Cassa di risparmio «da aggregarsi allo stesso Monte». Solo due anni dopo vennero aperti al pubblico gli sportelli del nascente istituto denominato “Cassa di risparmio presso il Monte di Pietà di Genova”. In seguito ai grandi cambiamenti legislativi avvenuti a livello nazionale, nel 1895 la Cassa di Risparmio di Genova iniziò una nuova fase di sviluppo, mantenendo comunque accanto alla nuova denominazione anche la vecchia dizione Monte di Pietà, successivamente modificata in Monte dei pegni, giudicata più rispettosa nei confronti di chi doveva farvi ricorso. Si dotò quindi di un proprio statuto, vennero effettuate importanti riforme amministrative, e pur continuando a prestare particolare attenzione al prestito su pegno, si adottarono particolari misure aventi lo scopo di ottenere un più netto rafforzamento patrimoniale. Nel 1929 un decreto del governo obbligò la Cassa ed il Monte, che fino a quel momento erano comunque rimasti due istituti separati, ognuno con il proprio statuto, patrimoni distinti e presidenti diversi, alla fusione in quanto il Monte non raggiungeva i cinque milioni di depositi fiduciari previsti dalla legge. Fu questo l’inizio di una nuova trasformazione che portò dieci anni più tardi, nel 1939, alla definitiva scomparsa del Monte dei pegni: l’istituto prese infatti la denominazione esclusiva di Cassa di Risparmio di Genova, mantenendo al suo interno solo un’apposita
sezione dedicata al prestito su pegno. |
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