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Cassa di Risparmio e Monte di Pietà di Genova. Bimbo balilla.

Anonimo

Anni '30 del '900

Informazioni

Titolo Cassa di Risparmio e Monte di Pietà di Genova. Bimbo balilla.
Acquisizione LEG
Autore Anonimo
Categoria Bozzetto pubblicitario
Collocazione Palazzo Della Torre, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via G. Carducci n. 2, Gorizia
Cornice
Dimensioni 24x17cm
Epoca Anni '30 del '900
Iscrizioni Grafici E. Chiesa- Udine
Materiale tecnica Bozzetto - Matita e tempera su carta
N inventario FC018
N inventario fotografico F:\JPG 018
Nomefile Scheda 018.xls
Proprieta Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Provenienza Archivio Grafiche Giuseppe Chiesa,Udine
Restauri 2009, Laboratorio Eucore, Autorizzazione Soprintendenza dd. 18 ottobre 2007
Stampa Grafiche Chiesa Udine
Stato conservazione Buono
Valore assicurativo 000,00/000,00 Euro
Bibliografia P. Delbello, A. Pericin, B. Pompei (a cura di), Nei dintorni di Dudovich. Per una storia della "piccola" pubblicità e dei suoi grandi autori, Edizioni Modiano, Trieste, 2002.
M. Gallo, I manifesti nella storia del costume, Mondadori, Milano, 1972.
L. Goldoni, E. Sermasi, Fiero l'occhio svelto il passo, Mondadori editore, Milano, 1979.
Note Bozzetto generico, forse per un calendario, eseguito per la Cassa di Risparmio e Monte di Pietà di Genova, in cui - affidando l'educativo messaggio del risparmio a una rassicurante iconografia infantile - viene raffigurata un giovane balilla alle cui spalle si staglia la silhouette di un uomo anziano, sorretto da un bastone. Il ragazzo, impegnato con una mano nel saluto romano, si appoggia con l'altra ad un enorme salvadanaio. L'immagine sembra suggerire all'osservatore come, affidando i propri risparmi alla Cassa di Risparmio di Genova, si può essere tutelati ed assistiti sino alla vecchiaia. Ad incorniciare il bozzetto due imponenti fasci littori. Il Monte di Pietà di Genova (fondato nel 1483), dopo l’annessione della Liguria al Regno sardo nel 1846, vide firmare da Carlo Alberto il Regio brevetto che autorizzava il Monte di Pietà ad istituire una Cassa di risparmio «da aggregarsi allo stesso Monte». Solo due anni dopo vennero aperti al pubblico gli sportelli del nascente istituto denominato “Cassa di risparmio presso il Monte di Pietà di Genova”. In seguito ai grandi cambiamenti legislativi avvenuti a livello nazionale, nel 1895 la Cassa di risparmio di Genova iniziò una nuova fase di sviluppo, mantenendo comunque accanto alla nuova denominazione anche la vecchia dizione Monte di Pietà, successivamente modificata in Monte dei pegni, giudicata più rispettosa nei confronti di chi doveva farvi ricorso. Si dotò quindi di un proprio statuto, vennero effettuate importanti riforme amministrative, e pur continuando a prestare particolare attenzione al prestito su pegno, si adottarono particolari misure aventi lo scopo di ottenere un più netto rafforzamento patrimoniale. Nel 1929 un decreto del governo obbligò la Cassa ed il Monte, che fino a quel momento erano comunque rimasti due istituti separati, ognuno con il proprio statuto, patrimoni distinti e presidenti diversi, alla fusione in quanto il Monte non raggiungeva i cinque milioni di depositi fiduciari previsti dalla legge. Fu questo l’inizio di una nuova trasformazione che portò dieci anni più tardi, nel 1939, alla definitiva scomparsa del Monte dei pegni: l’istituto prese infatti la denominazione
esclusiva di Cassa di Risparmio di Genova, mantenendo al suo interno solo un’apposita sezione dedicata al prestito su pegno.
Riferimenti Vedi scheda autore
Vedi scheda Stabilimento Passero-Chiesa
Vedi scheda pubblicità commerciale

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